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Arrestato mentre incontrava due suoi fiancheggiatori
Montesacro, preso il boss latitante Parrello

Camminava per le vie di Montesacro uno dei cento latitanti più pericolosi d'Italia. Ieri mattina quando ha visto i carabinieri del Ros di Reggio Calabria andargli addosso ha detto: «Fermi, non sparate, sono io».

Lui è Candeloro Parrello, 53 anni, boss dell'ndrangheta, condannato a 18 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico internazionale di droga, e ritenuto proprietario nella capitale di un patrimonio milionario di ville, auto, società immobiliari e altre attive nel settore sanitario, una fortuna condiviso con altri soci, tutti sotto inchiesta.

I carabinieri hanno aspettato che il latitante si incontrasse con due suoi fiancheggiatori, poi sono entrati in azione. Da dieci anni Candeloro era una primula rossa. Si spostava come un fantasma tra Roma e Reggio Calabria. Per arrivare a lui il Ros ha dovuto seguire tracce e spostamenti. Fino a giungere all'operazione di ieri, resa possibile anche grazie al coordinamento del procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e del suo aggiunto Michele Prestipino.

Secondo i giudici, nella capitale Parrello e i suoi gregari hanno investito il denaro provento del traffico di droga: con la Colombia, la Spagna e i paesi del Nord Europa. Da tempo i militari avevano intercettato le rotte e i carichi del malavitoso, arrivando a mettere a segno colossali e talvolta spettacolari sequestri, come navi imbottite di hashish e cocaina a largo di Civitavecchia. Risaliti ai soldi che portavano il marchio degli affari sporchi del boss, gli inquirenti si erano chiesti come li avesse investiti. Lo hanno scoperto gli investigatori della divisione Anticrimine di Roma diretta da Rosario Vitarelli.

A dicembre, a inizio e fine mese il questore Giuseppe Caruso ha reso note le prime liste di beni sequestrati. Valore 130 milioni. Sono: ville all'Olgiata, ai Castelli, Radiologia Romana, centro estetico, società immobiliari, di import-export, di navigazione, di investimenti (tutte con sede legale a La Storta), ristoranti e pizzerie all'Infernetto e a Fiano Romano, una clinica privata a Nettuno, un centro polispecialistico a Cassino, terreni ad Aprilia, a Palmi. E l'accertamento patrimoniale non è ancora finito.

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