Una
tragedia di guerra
Facciamoli tornare a casa
RAMON MANTOVANI - Deputato Prc
(Camera dei Deputati - 12 novembre 2003)
“Signor
Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi e colleghe, desidero
in primo luogo, come hanno già fatto tutti i colleghi degli altri
gruppi, esprimere il più profondo cordoglio alle famiglie e agli
amici delle vittime e il senso della nostra solidarietà a tutte
le Forze armate per il colpo subito. Le morti di stamattina provocano
in noi un profondo ed acuto dolore, che è tanto più sentito
in quanto, come è noto, noi siamo stati contrari a quella guerra
e a quella missione e in quanto non siamo avvezzi alla retorica militarista
o nazionalista. La morte di questi soldati italiani è la morte
di chi compiva il proprio dovere: un dovere cui erano stati chiamati
da una decisione del Governo, avallata e ratificata da un voto di questa
Camera. Noi pensiamo che questa Camera, signor Presidente, sia un luogo
di pensiero e di confronto. Noi non ci associamo alla richiesta che
in questa Camera si diventi tutti dimentichi delle nostre ragioni, delle
nostre posizioni politiche, per poi magari affidarle a qualche polemica,
forse degna di miglior causa, sulle agenzie di stampa o in qualche talk
show televisivo.
Pensiamo, anche difendendo le nostre ragioni, le nostre valutazioni
e le nostre proposte, di onorare nel miglior modo la memoria di queste
persone che sono cadute in divisa e la memoria dei tanti civili che
hanno perso la vita a migliaia in questa guerra. Compiere una missione
militare espone chi la compie a rischi. Noi non cederemo alla tentazione
- lo dico con la massima chiarezza - di usare queste morti per ottenere
un surplus di ragione nelle nostre scelte politiche contrarie a questa
missione. Ma non accettiamo nemmeno che chi ha difeso le ragioni di
questa guerra e di questa missione usi queste morti per darsi più
ragione. Non strumentalizziamo queste morti, ma difendiamo le nostre
ragioni. Questa guerra è stata scatenata per obiettivi che sono
stati ormai dichiarati fasulli. Questa guerra si proponeva l'obiettivo
di pacificare l'Iraq: l'Iraq è in preda al caos e questa guerra
sta continuando come guerra di occupazione. Questa guerra ha perseguito
con tutta chiarezza - almeno per conto nostro - l'obiettivo di umiliare
le Nazioni Unite e di renderle, come il sottosegretario di Stato degli
Usa aveva predetto, un ente inutile. Questa guerra aveva l'obiettivo
di dividere l'Unione europea ed anche questo obiettivo è stato
raggiunto.
Per queste ragioni e non per le morti che ci sono state, non per i rischi
cui andrebbero incontro i soldati italiani, come quelli di altre nazionalità,
noi riteniamo che si debba porre fine a questa iniziativa, che sia necessario
ritirare le truppe del nostro paese e invitare gli altri paesi occupanti
a ritirarle, come presupposto di una missione delle Nazioni Unite che
non contempli la presenza militare dei paesi che hanno appoggiato e
fatto la guerra in Iraq. Noi continueremo a batterci contro questa guerra
e contro il terrorismo - che peraltro, da questa guerra, è stato
terribilmente alimentato - con il movimento per la pace che in tutto
il mondo ha fatto sentire la sua voce il 15 febbraio scorso, che ha
continuato a farla sentire e che continuerà a farla sentire,
perché non rinunciamo, in nome di una falsa Realpolitik o di
un falso pragmatismo, non rinunciamo, in nome di una ragion di Stato,
all'idea che il mondo si possa e si debba incamminare sulla via della
pace invece che sulla via della guerra.”
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Note
sull'articolo dell'Eretino
"Le due Rifondazioni"
Definiamo piuttosto "curiose" le dichiarazioni dei signori
De Luca, Lucantoni e Sorella comparse sull'articolo dell'Eretino di
questo mese intitolato "Le due Rifondazioni".
Le regole cui, chi liberamente aderisce ad un'organizzazione politica
come il Partito della Rifondazione Comunista, deve attenersi sono raccolte
nello Statuto. Questo è elaborato, studiato, modificato e votato
dalla Commissione congressuale ad esso dedicata e dal Congresso nazionale,
il massimo organo deliberativo. I consiglieri comunali devono conformarsi
rigorosamente agli orientamenti del partito e solo a quelli, senza nessuna
subalternità ad alcuna forza politica locale. "Il Prc punta
su una radicale rifondazione della politica fondata sulla priorità
dei contenuti, il rapporto con i movimenti, la crescita dei soggetti
sociali, rispetto alla tradizionale centralità delle alleanze
e dei ruoli istituzionali" questo il contenuto della Tesi congressuale
34 che si conclude "Una pratica istituzionale che ritmando accordi
e rotture, patti e conflitti, compromessi e scontri, assuma una prospettiva
- non lineare - funzionale ai movimenti, ai soggetti del lavoro, alla
crescita delle lotte". Per quanto riguarda la linea politica che
da quelle tesi si sviluppa concludiamo con parte dell'intervento di
Paolo Ferrero all'ultima assise del Comitato Politico Nazionale del
Prc: "Noi dobbiamo fare leva sulla lotta dei lavoratori per portare
l'opposizione - sociale e politica - a maturare una linea di politica
economica e sociale alternativa a quella delle destre. Perchè
vogliamo battere Berlusconi senza trovarci un nuovo governo Dini".
Gli elettori di Fiano non hanno bisogno di paladini che affermino il
mancato rispetto verso di loro dell'operato di Rocco, il Consigliere
del Prc ha ottenuto 80 preferenze, un numero altissimo rispetto ai voti
al Prc (Politiche della stessa data). La Federazione di Tivoli (che
delibera la costituzione del circolo) non ha fatto alcuna pressione
affinche' si ricrei un dialogo che deve essere instaurato sulla base
del rispetto delle persone e delle regole. Infine, se anche potesse
esistere un Collegio di Garanzia del circolo, dovrebbe essere composto
di tre membri e non sarebbe competente per le questioni disciplinari
relative agli eletti nei Consigli comunali (Articolo 50 dello Statuto)
tanto meno ad occuparsi del disinteresse di gran parte degli iscritti
verso le riunioni che i signori in questione convocano.
Un
altro circolo del Prc a Fiano?
Apprendiamo con gioia (!) che a Fiano Romano esiste un altro circolo
del Partito della Rifondazione Comunista, quindi almeno due. Quello
che ha firmato il volantino il cui contenuto è citato nell'articolo
del Corriere della Sabina del 17 novembre 2003 con sede in via Togliatti
e il cui riferimento è il signor Lucantoni e l'altro, con sede
in via Turati che, come segnalato nell'articolo dell'Eretino di novembre,
fa riferimento al signor Sorella... Riteniamo consono al comportamento
di chi voglia aderirvi e all’immagine del Partito un maggiore
rispetto delle cittadine e dei cittadini di Fiano.
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